L’edizione numero 55 di Vinitaly si è chiusa con numeri che tratteggiano una manifestazione fatta di qualità, internazionalità, valore economico, turistico e culturale: 93.000 presenze complessive di cui 29.600 straniere, 4.000 espositori, 1000 buyer stranieri da 68 paesi, con un +43% rispetto al 2022, per una filiera che vale complessivamente 32 miliardi di euro, con 600.000 imprese e 900.000 addetti.
Un risultato storico, frutto della capacità della manifestazione di rinnovare il proprio format, valorizzando risorse economiche e organizzative, e facendo sì che Verona sia in grado di posizionarsi all’interno dello scenario globale come contesto di altissimo livello, capace di dialogare con i mercati più prestigiosi a livello internazionale essendone punto di riferimento.
Doppio successo: di Verona e del Veneto
Vinitaly è la storia di un doppio successo: di una città, Verona, vera capitale mondiale del vino; di una regione, il Veneto, che ha saputo trasformare il vino in una risorsa dal valore economico, culturale e turistico, creando sinergie e valorizzando luoghi, persone e aziende.
Il 55° Vinitaly passerà alla storia anche per l’esposizione di due capolavori dell’arte
come il “Baccco” di Caravaggio ed il “Bacco Fanciullo” di Guido Reni.
Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio (1571-1610) – Bacco
Il Bacco di Caravaggio
Il “Bacco” di Caravaggio conservato agli Uffizi a Firenze è uno dei dipinti più famosi e ammirati al mondo, un’opera meravigliosa dipinta tra il 1596 e il 1598 dal giovane Caravaggio, figura tra le più rivoluzionarie della storia dell’arte. Raffigurante un giovane nelle vesti del famoso dio Bacco – per alcuni un autoritratto dello stesso Caravaggio – secondo una visione dell’antichità che inneggia alla libertà dei sensi, ai riti iniziatici e ai travestimenti bacchici praticati nella Roma antica e forse ancora vivi nella Roma del Seicento, che ci porge un calice di vino accanto ad una canestra con i frutti dell’autunno, prima natura morta moderna, per molti studiosi rappresenta un invito oraziano a cogliere l’attimo fugace della vita come un frutto da consumare nel giusto tempo, ma anche alla convivialità e all’amicizia, in una riflessione esistenziale sul “qui e ora”.
Il Bacco fanciullo di Guido Reni
Il “Bacco fanciullo” è una delle opere più note di Guido Reni (secoli XVI-XVII, fine/inizio), uno dei più grandi pittori del Seicento, e della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, facente parte delle Gallerie degli Uffizi. Raffigura il dio del vino da bambino, ritratto con i suoi consueti attributi iconografici (la corona con grappoli d’uva e foglie di vite, e oggetti connessi al vino, come la fiasca, la brocca e la coppa), che si rivolge sorridente verso l’osservatore reggendo una larga alzata sulla quale posa una coppa di vetro colma di vino bianco, dalla quale si accinge a bere. Lo sguardo del dio è allegro, già mosso da una lieve ebbrezza che è un’altra caratteristica tipica dell’iconografia di Bacco.
Ettore Beggiato
Vinitaly – Stand “Secondo Marco”
(foto di Ettore Beggiato)